Leggendo il grande dramma del giudizio finale in Matteo 25, troviamo stupore sia a sinistra che a destra: nei “capri”, dai quali potevamo aspettarcelo, ma anche nelle “pecore”. Lo stupore di queste ultime è frutto di un’autentica incapacità di riconoscere il Signore negli incontri che hanno fatto in vita e in cui pure si sono dimostrate misericordiose.
Merito in più, viene da dire, perché è facile fare i buoni al cospetto di Dio, molto meno al cospetto di uomini e donne come noi, con pregi e difetti, virtù e vizi. Ed è senz’altro così, tanto che le buone “pecore” si sono meritate il Paradiso.
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